Ecco che di qua è nato tutto, e ancora non ne ho parlato.
La prima lampadina accesa, figurativamente e letteralmente.
La scintilla che ha dato vita alla mia produzione di lampade (e alla mia passione per gli estintori).
Io volevo fare mobili. Tavolini, credenze, librerie, struttura di ferro e panelli e ripiani di legno. Ho iniziato appunto costruendo un tavolino da salotto a partire da un infisso di ferro vecchio di cent’anni -ma questa è un’altra storia.
Fatto sta che un giorno ho costruito una credenza, un lavoro importante, un disegno particolare con i quattro angoli esterni arrotondati; e interrogandomi su come fabbricare questi quattro angoli mi è cascato l’occhio su un estintore vuoto che avevo lì in laboratorio. Di lì a tagliare la parte superiore e quella inferiore in modo da avere un tubo, tagliarlo longitudinalmente in quattro parti e avere in mano le lamiere curvate che mi servivano, è passato giusto il tempo di scrivere “longitudinalmente” su questa tastiera. Sì, non proprio, ma si capisce il concetto.
E rimanevano queste due calottine, la base dell’estintore e la parte di sopra dove si innesta la valvola. Le prendo, le guardo, le metto una sopra l’altra. Guardo questa forma a metà tra un UFO e una teiera cinese. Devo trasformarla in qualche modo, devo renderle giustizia perché merita di essere valorizzata.
La prima in effetti non fu tanto valorizzata perché dopo aver saldato insieme le due parti ci misi semplicemente un portalampada nascosto all’interno con la lampadina che spuntava fuori - non un granché, a riveder le foto ora, ma ne ero così orgoglioso!
Nel tempo poi ho affinato quel modello, l’ho impreziosito con un portalampada elegante e ruffiano (quello che si vede nella foto); ne ho create di più piccole, di più grandi, ne ho anche rivestita una di tessuto.
E sono venute altre lampade, diverse, bizzarre, uniche, ognuna con la sua particolarità.
Ma questa, da questa è iniziato tutto, da un estintore tagliato a pezzi e da una teiera-UFO nata per caso.